… o per lo meno provarci !
Gia’ arrivare a porsi questo problema significa aver riconosciuto l’oggetto della nostra sofferenza, cioe’ l’ostacolo e anche il tipo di azione , cioe’ l’inciampo. Non ci scoraggiamo, siamo a buon punto !
Cerchiamo ora di analizzare il dilemma e provare a dare una soluzione.
La prima cosa da fare e’ SENTIRE che c’e’ qualcosa che non va, che qualcosa di oggettivo ci provoca una sofferenza!
si puo’ anche vivere benissimo nell’oblio …
La mossa successiva e’ soffermarsi un po’ a PENSARE “quale meccanismo attuo che mi porta a stare cosi?”.
Ad esempio “perche’ cado sempre dalla bici in quel tratto di strada? mi piace forse tanto sbucciarmi le ginocchia? “
Finche’ non divento consapevole di dove inciampo e soprattuto su che cosa, continuero’ a subirne solo le conseguenze
cioe’ a scrostarmi le ginocchia!
Il passo successivo e’ domandarsi: “cado e solo dopo sento il dolore” oppure
se vado a tutta birra in contromano, spaccando il vento con la testa china a 70km all’ora in una discesa con tutte curve, senza casco
posso prevedere che potrei cadere e farmi un pochino male?
Questo e’ un passo fondamentale, perche’ nel momento in cui riesco a capire che sto attuando un comportamento che mi fara’ “sfracellare come sempre” e’ molto probabile che riesca a cambiare il tipo d’AZIONE un momento prima,
come ad esempio toccare ogni tanto i freni
e non cadere piu’ oppure cadere lo stesso ma farmi meno male.
— SENTIRE – PENSARE – AGIRE — E’ cosi che si cambiano le coazioni a ripetere che tanto ci piacciono e che attuiamo in automatico. Questo non significa che non scivoleremo piu’ sui nostri meccanismi nocivi, ma che lo faremo sempre di meno!
